Pubblicato il 11 Gennaio 2014
Dopo un test condotto in due diversi periodi dell’anno, il Fitness Funzionale sarà parte integrata degli allenamenti del team
COSA E’ IL FUNCTIONAL TRAINING – T3
Dal 2001, molto prima che si diffondesse la grande moda del fitness funzionale (dal 2011 anche in Italia), mi sono interessato all’argomento, scoprendolo casualmente nei programmi di strenght and conditioning di alcuni importanti college americani.
Spinto dalla curiosità ho approfondito le ricerche, scoprendo che programmi di condizionamento simili erano già in uso sperimentale nella NHL, dove avevano suscitato l'entusiasmo dei team, che erano riusciti a implementare significativamente le performance dei loro giocatori.
Dopo averlo sperimentato personalmente, ho capito il grande valore e l’enorme potenzialità di questo sistema d’allenamento. Dai “maestri” USA, che lo hanno elaborato per l’elite degli atleti americani, ho appreso i principi e le regole guida, per allenare sia sportivi professionisti che dilettanti.
Le sue varianti in questo momento sono considerate le attività più “cool” in ambito fitness, l’allenamento che tutti gli appassionati vogliono praticare; oltre a questo il FT ha l’indubbio vantaggio di riuscire a portare nelle sale corsi anche molti uomini, in generale notoriamente restii alle attività di gruppo.
Il 2012 è stato l’anno della sua definitiva consacrazione commerciale in Italia, grazie soprattutto alla forte visibilità durante il Festival del Fitness di Rimini.
CENNI STORICI: tra il 1998 e il 2000, negli USA, precisamente nel circuito dei top sport’s program colleges, cioè le fucine dei campioni sportivi americani, iniziò a manifestarsi l'esigenza di incrementare in maniera significativa le performance sportive degli atleti, in particolare nei “big 4”: football, basket, baseball e icehockey.
Per comprendere pienamente la richiesta proveniente dalle università, occorre chiarire che l'argomento non fu una domanda di aumento della prestazione fisica o muscolare sic et simpliciter, ma qualcosa di molto più evoluto, cioè la capacità di esprimersi tecnicamente in una disciplina sportiva con maggiore forza, velocità e dinamismo specifico.
L’esponente di maggior spicco, tra coloro che lavorarono a questo progetto nascente, rimane Todd Durkin, già “guru” del personal training negli USA. A lui si deve l’elaborazione dei primi veri programmi di strenght and conditioning basati sull’integrazione di attività a corpo libero, weightlifting, atletica leggera, workouts tipici delle arti marziali e della boxe.
Questo sistema, con il tempo, manifestò una tale valenza, che fu poi adottato da quasi tutte le discipline sportive.
Molto più tardi, questo tipo di allenamento funzionale cominciò a essere introdotto nelle palestre, come novità per allenarsi divertendosi e ottenere significativi risultati, in termini di benessere ma anche di riduzione della massa grassa. Nacque così il fitness funzionale, declinato poi in una miriade di forme e nomi commerciali: CrossFit (by Reebok), FitCrossing, BootCamp e molto di più.
T3-PRINCIPI FONDAMENTALI: il T3 è un allenamento funzionale che nasce dal concetto di “movimento articolato” ed è strutturato innanzitutto per rispondere ad un’esigenza di incremento armonico di forza, velocità e dinamicità, attraverso un’educazione al gesto atletico/sportivo, con esercizi che vadano a insistere sull’utilizzo delle catene cinetiche.
Nel T3 le attrezzature utilizzate sono estremamente basilari, ma sufficienti a sviluppare e incrementare quelle che sono le qualità fisiche innate ed essenziali dell'uomo.
E’ un sistema di allenamento che abbraccia numerose attività. Si parla infatti di “sistema” in quanto complesso trasversale, che ingloba e armonizza, innanzitutto un lavoro a corpo libero, su cui si aggregano elementi di weight lifting, atletica leggera, allenamento classico coi pesi (body building) e workout dinamico con ausili: medballs, dashballs, powerbags, bulgarianbags, TRX, ropes, steps, bumper disks e fitballs.
Questa è la vera essenza del T3, il suo valore di “integrazione”, in quanto intreccio di discipline che lavorano in sinergia.
I fruitori di questo allenamento sono altrettanto “trasversali”, grazie proprio alla sua modulabilità in senso orizzontale e verticale. Cioè la possibilità di agire sia sulla tipologia di esercizio sia sulla sua intensità.
Si manifesta così l'altra importante peculiarità del T3: la scalabiltà. Con questo termine si intende la possibilità di partire da una gamma di esercizi base, per poi salire fino a giungere a routine estremamente complesse sia dal punto vista muscolare che coordinativo.
Le caratteristiche dell'allenamento funzionale T3 sono:
_ azione sinergica muscolare basata sulle catene cinetiche
_ multiplanarietà
_ intensa azione cardiovascolare
_ coordinazione dei movimenti
_ riduzione dei tempi di allenamento
Il T3 può essere infine definito come “universale”, utilizzabile sia da atleti di alto livello durante la preparazione fisica generale, sia da qualsiasi soggetto che voglia incrementare la propria forma fisica attraverso il miglioramento di:
_ forza esplosiva
_ forza resistente
_ coordinazione
_ VO2Max
_ flessibilità
_ composizione corporea (rapporto massa magra/massa grassa)
Queste caratterische rendono il T3 estremamente utile anche per ottenere benefici nella vita quotidiana.